Cesare Borgia

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    Questo topic è dedicato al figlio primogenito di Rodrigo Borgia, Cesare, cardinale di Valenza prima e poi duca di Valentinois. // Topic about the first born son of Rodrigo Borgia, Cesare, Cardinal of Valencia and then Duke of Valentinois.

    CITAZIONE
    Cesare Borgia nacque a Roma il 13 settembre 1475, primogenito di Roderic Llançol de Borja, cardinale valenciano nipote di Papa Callisto III che, all'età di 25 anni, italianizzò il proprio nome in Rodrigo Borgia e, nel 1492, divenne pontefice con il nome di Alessandro VI, e di Giovanna de Candia dei Cattanei, soprannominata Vannozza, amante di Alessandro dal quale, oltre al già citato Cesare, avrà Giovanni, Lucrezia e Goffredo. Cesare, fu spinto verso la carriera ecclesiastica dal padre.
    Ancora giovanissimo scrisse un testo insieme a Giovanni de' Medici, futuro papa Leone X, e senza che avesse mai ricevuto gli ordini sacerdotali, il padre, nel 1491 lo fece nominare vescovo di Pamplona e nel 1492 arcivescovo di Valencia, arcidiocesi che era già stata di rodrigo e, prima ancora, dello zio Callisto III. Dell'arcivescovado però Cesare non prese mai possesso, anche a causa della quasi immediata nomina a cardinale il 20 settembre 1493, e nel 1495 a governatore generale e legato di Orvieto.
    Poco attratto dalla vita clericale e molto più incline a quella militare, il 17 agosto 1498 (l'anno prima, si dice, uccise il fratello Giovanni, duca di Gandia e carissimo al padre, spinto dalla gelosia e dal desiderio di intraprendere la vita politica al posto del fratello) chiese ed ottenne dal padre-papa la dispensa dalla vita ecclesiastica, deponendo la porpora cardinalizia lo stesso anno. Il primo ottobre partì per la Francia per sposare Carlotta d'Aragona, all'epoca sotto la custodia del re di Francia, matrimonio che l'avrebbe messo in grado di rivendicare per sé il regno di Napoli. Il sottile movimento politico veniva gestito tra lo stesso Luigi XII ed il papa, il quale, desideroso di regalare un regno al figlio, trattò con il re uno scambio di favori: il re concedeva la mano della principessa Charlotte d'Albret a Cesare; il papa concedeva l'annullamento del precedente matrimonio del re. Luigi XII era infatti sposato con Giovanna di Valois, donna che non amava. Era innamorato, invece, della vedova di Carlo VIII, suo predecessore, la regina Anna, ma non poteva sposarla.
    Per Alessandro VI non fu difficile far approvare il divorzio in un concistoro. Non solo, il pontefice riuscì ad assegnare un ulteriore omaggio al re, pur di muovere passi a favore del figlio: concesse la porpora cardinalizia al suo ministro Georges d'Amboise.
    Non fu facile invece la trattativa per Cesare Borgia, giunto in Francia in pompa magna. Le sue bardature d'oro e i cavalli ferrati d'argento non impressionarono Carlotta d'Aragona, che si rifiutò di sposarlo e negò ogni tipo di trattativa. Di fronte a questo rifiuto, Cesare non consegnò la bolla papale contenente l'annullamento del matrimonio del re.
    Solo dopo alcuni mesi, durante i quali il Borgia fu trattenuto nella residenza del re senza essere costretto a cedere ma senza la possibilità di uscire, la difficile trattativa fu risolta con un compromesso: a Cesare Borgia fu data la mano della nipote del re, Charlotte d'Albret, originaria della regione spagnola della Navarra. Come pattuito, il Borgia consegnò la bolla di divorzio al re. Il matrimonio di Cesare con Carlotta fu celebrato il 12 maggio 1499; in seguito a ciò il Borgia ottenne il titolo di Duca del Valentinois. Da qui l'appellativo di "Duca di Valentino".
    Nell'estate del 1499 i francesi, alleati con Venezia, scesero in Italia alla conquista del Ducato di Milano e Ludovico Sforza, vista l'alleanza fra il Papa, Venezia e la Francia non poté che fuggire da Milano e lasciare campo libero ai conquistatori. Forte del facile successo, il cammino dell'esercito francese (con Cesare Borgia come luogotenente del re) proseguì al di là del Po sino a giungere in Romagna, territorio a quel tempo sotto il potere temporale del papato. Alessandro VI, che era stato tenuto informato sulle manovre dell'esercito, inviò ai signori di Pesaro, Imola, Forlì, Faenza, Urbino e Camerino, una lettera in cui li dichiarava decaduti dai loro feudi, spianando così la strada alla conquista del figlio e regalandogli un intero principato.
    Com'era prevedibile, nessuno obbedì all'ingiunzione del papa. La lotta si scatenò cruenta. Una prima spedizione in Romagna ebbe luogo il 21 novembre 1499, con un esercito costituito da fanti e mercenari di varie province e nazioni. Già l'11 dicembre Imola veniva espugnata. Nel gennaio successivo il duca di Valentino sconfisse Caterina Sforza, che per tre settimane si era asserragliata nella rocca di Forlì, al comando di 2.000 uomini. Nonostante l'ardore e il piglio da guerriera, Caterina fu fatta prigioniera e Forlì fu presa d'assedio dagli invasori, che si abbandonarono ad atti di violenza sulla popolazione. Una volta terminato il saccheggio, il duca si poté insediare in città, ospitato dal nobiluomo forlivese Luffo Numai, già consigliere di Caterina stessa.
    Cesare Borgia per contribuire alla crescita e all'acquisizione di nuovi possedimenti, si è spesso trovato a compiere congiure e atroci delitti contro nemici militari e politici (come gli Orsini). Tutto ciò lo faceva senza il minimo scrupolo, dato che contava nell'appoggio del padre Alessandro VI e dei suoi amici cardinali. Ma accadeva che in certi casi, come quello con protagonista Vitelli, era proprio lui stesso il bersaglio scelto dai suoi nemici. Preoccupato per la crescente ambizione di Cesare Borgia, Vitellozzo Vitelli, collega di Borgia in molte imprese di conquista nel centro nord dell'Italia, iniziò a temere per i suoi possedimenti. Per questo, nell'ottobre 1502 si reca a Magione, dove con Giampaolo Baglioni, Paolo Orsini, Antonio Giordano (per Pandolfo Petrucci di Siena), Oliverotto da Fermo e il Duca di Gravina complottò ai danni del Valentino. Malato di sifilide, Vitellozzo con gli altri congiurati passa alle azioni: entra in Urbino e vi fa impiccare molti funzionari di Cesare Borgia, e quindi combatte le truppe nemiche nella Battaglia di Calmazzo, vinta da Vitellozzo, dove viene fatto prigioniero Ugo di Moncada. Ma, accordatosi Paolo Orsini con Borgia, anche Vitellozzo e gli altri condottieri si sottomettono alla richiesta di pace del Valentino, e nella notte del 31 dicembre 1502, Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo vengono invitati da Cesare ad un banchetto a Senigallia, durante il quale vengono entrambi strangolati da Michelotto Corella; Vitellozzo, prima di morire, invoca il perdono per le sue azioni del Papa, Alessandro VI. Su questa drammatica fine, Niccolò Machiavelli, scrittore fiorentino, ha dedicato un trattato, che s'intitola "Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini", scritta nel 1503. L'episodio verrà sempre ripreso da Machiavelli anche nell'VII capitolo del suo trattato Il Principe, composto nel 1513.
    Quale luogotenente del re di Francia Luigi XII, Cesare si lanciò poi nella seconda spedizione romagnola, contro Rimini, Ravenna, Cervia, Faenza e Pesaro, formalmente autorizzato a muoversi perché il Papa aveva rivolto, tramite una bolla ai signori di quelle città, l'accusa di essersi sottratti all'autorità pontificia. Il 2 agosto 1500 Cesena si arrese, fu poi la volta di Rimini e Faenza, dove vennero rovesciate le signorie dei Malatesta e dei Manfredi. Nel 1502 Cesare guardava già oltre. Suoi obiettivi furono i ducati di Camerino e Urbino, scacciandone i Varano ed i Montefeltro.
    Gli storici concordano nell'identificare nel periodo di signoria del Borgia un'esperienza politica importantissima in Romagna: i tribunali riuscirono a riportare l'ordine. Le signorie avevano sottratto al papa il potere temporale, ma avevano fatto precipitare la popolazione in uno stato di caos. L'azione di Borgia aveva riportato non solo ordine e stabilità, ma anche giustizia e tribunali.
    Il duca di Valentino era ormai diventato potentissimo, inviso persino ad alcuni dei suoi più valenti condottieri che, nell'ottobre di quello stesso anno, presso il Castello dei Cavalieri Templari di Magione, nelle vicinanze di Perugia, ordirono una congiura contro di lui, al fine di evitare, come dicevano, "d'essere uno a uno devorati dal dragone". Cesare viene sconfitto nella battaglia di Calmazzo da una lega di condottieri di ventura e costretto ad abbandonare il ducato d'Urbino ormai pieno di focolai di rivolta.
    Cesare era diventato signore incontrastato della Romagna. Nel 1503 progettava di estendere il suo potere alle città toscane di Siena, Pisa e Lucca, quando venne meno il suo principale sostegno e punto di riferimento: il 18 agosto di quell'anno il padre, papa Alessandro VI morì all'età di 73 anni. Alla morte di Alessandro VI il duca di Valentino entrò in crisi. Dopo il breve pontificato di Pio III, nell'ottobre del medesimo anno uscì eletto dal conclave il cardinale Giuliano Della Rovere, esponente di un casato acerrimo nemico dei Borgia. Il nuovo pontefice, che prese il nome di Giulio II, uomo austero, volitivo e poco avvezzo alle vie diplomatiche, tolse al duca di Valentino il governo della Romagna e ne ordinò l'arresto e la reclusione in Castel Sant'Angelo.
    A Cesare Borgia fu inutile, una volta evaso, cercare di rifugiarsi a Napoli per organizzare da lì la riconquista dei suoi domini: il Papa lo fece deportare nelle mani di Ferdinando II di Aragona in Spagna, dove il duca di Valentino fu rinchiuso prima nel castello di Chinchilla e poi nel forte di La Mota di Medina del Campo. Riuscì a evadere nel 1506 con una rocambolesca fuga, dove si fratturò diverse ossa perché si calò da una finestra posizionata a 20 metri circa d'altezza (ma qualcuno tagliò la fune ed egli precipitò nel fossato sottostante), rifugiandosi quindi nel piccolo regno di Navarra.
    Il Valentino morì combattendo per suo cognato Giovanni III d'Albret, re di Navarra nell'assedio di Viana contro il conte di Lerin, signore della città, che s'era ribellato, nella notte tra l'11 e il 12 marzo 1507.

    [x]

    Per informazioni più dettagliate leggere qui: [x]; for read in English, click here.

    Edited by Julia_Katina - 19/9/2013, 20:54
     
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  2. Julia_Katina
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    Me ne sono resa solo conta ora che ho guardato il calendario: In questo giorno, cinquecentosei anni fa, Cesare Borgia è infine perito, combattendo in guerra!
     
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  3. Julia_Katina
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    Un articolo del The New York Times, datato 12 aprile 1912, su Cesare Borgia e sua moglie Charlotte d'Albret! [x] // An article from The New York Times, released on Aprile 12, 1912, on Cesare Borgia and his wife Charlotte of Albret! [x]
     
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  4. Julia_Katina
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    Cesare Borgia (e suo padre Rodrigo) sono citati in una canzone del rapper Killah Priest, in collaborazione con GZA/Genius, "B.I.B.L.E. (Basic Instructions Before Leaving Earth)". Qui il pezzo col testo in lingua originale. // Cesare Borgia (and his father Rodrigo) are mentioned in a song by rapper Killah Priest fy GZA/Genius. Here with lyrics.
     
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  5. Julia_Katina
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    Traduzione dello staff di parte dell'articolo di Sarah Dunant sulla sifilide, con particolare attenzione al caso di Cesare. // Part of the article by Sarah Dunant about syphilis and Cesare Borgia, in Italian.


    CITAZIONE
    Cesare Borgia ha contratto la sifilide nel 1497, quando aveva 22 anni. La storia non racconta come Cesare si ammalò, ma sappiamo quando e dove contrasse la malattia. Nell'estate del 1497, quando era un cardinale di soli 22 anni, venne inviato come legato pontificio da suo padre, Papa Alessandro VI, per incoronare il re di Napoli e di mediare un matrimonio regale per la sorella, Lucrezia. Napoli è una città ricca di conventi e bordelli (una giustapposizione fertile nell'immaginario del maschio rinascimentale), ma in essa era anche maturata la malattia. Due anni prima, l'invasione francese che tra le sue truppe includeva mercenari di ritorno dal Nuovo Mondo, aveva indugiato un pò per godersi la vittoria, e quando se ne andarono, portarono con loro qualcosa di inaspettato e mortale a casa.

    Non appena compì l'opera affidatagli, Cesare scesi in strada. Machiavelli, suo contemporaneo ed uomo dallo spirito inflessibile quanto la sua stessa politica, ha lasciato un resoconto agghiacciante del'accoppiamento di Cesare con una prostituta che, quando la luce viene accessa, dopo l'amplesso, si rivela calva, una megera sdentata così orrenda che lui prontamente si stacca lei. Dato lo status elevato di Cesare, le donne che lui sceglieva senza dubbio erano più allettanti, ma la malattia che esse gli procurarono (e di cui loro stesse soffrirono) dimostra la sua natura viziosa. Prima un'ulcera apparsa sul suo pene, poi dolori incredibili in tutto il suo corpo ed una valanga di prurito, poi pustole che coprono volto e busto. Fortunatamente per lui e per la storia, il suo medico personale, Gaspare Torella, era uno studioso con un vivo interesse per questa nuova sorprendente malattia e ha usato il suo paziente (sotto lo pseudonimo di "Niccolò il giovane") per registrare sintomi e tentativi di cure. Nel corso dei prossimi anni, Torella ed altri tracciarono l'ascesa inarrestabile di una malattia che era cresciuta insieme alle urla degli uomini in agonia, come la loro carne che pareva venir mangiata, in alcuni casi fino all'osso.

    Ricordo ancora il momento in cui, seduta nella British Library, mi imbattei nei dettagli del trattato di Torella in un libro di saggi sulla sifilide. Non c'è niente di più emozionante nello scrivere un romanzo del trovare nuove finestre su paesaggi del tutto nuovi, e la storia di come questa piaga sessuale investì l'Europa nel corso del 1490 è stato uno dei punti di svolta di Blood and Beauty, il romanzo che sto scrivendo sull'ascesa e sualla caduta della dinastia Borgia.

    Quando Cesare sente il primo prurito, il mal francese, come era allora conosciuto, s'era già diffuso in profondità in Europa. Quello stesso anno, il consiglio cittadino di Edimburgo emise un editto per far chiudere i bordelli, mentre all'università italiana di Ferrara studiosi erano stati convocati d'urgenza per un dibattito, alla ricerca di cosa li avesse colpiti.
     
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  6. Julia_Katina
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    Cesare è il protagonista del numero di giugno di Storica, con tanto di copertina a lui dedicata! Non perdete questo numero! // Cesare Borgia is the protagonist of Storica, the historical magazine by National Geographic.


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  7. Fire and blood
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    Cesare è uno dei personaggi che storicamente riescono ad affascinarmi, anche se la sua fine è amara, credo che andrebbe fatta una riflessione approfondita su di lui e sull'opera che ha compiuto! Per molti studiosi appare più come una meteora, eppure Machiavelli lo ha preso in considerazione per un'opera politica lungimirante e geniale, conosco di Cesare Borgia solo quello che letto dal Principe e da altri articoli di storia, ma sarà che lo vedo un po' come un imperatore mancato, ucciso più dal suo orgoglio che dagli eventi. Avrebbe dovuto agire diversamente, ma non trovo una vera vergogna nel figlio del Papa, non più di quanta ci sia in Alessandro Magno e nel culto della sua persona come un Dio. Purtroppo la potenza e l'ambizione di un uomo possono sconfinare e dopo non si capisce bene dove sta la pazzia e dove invece si parla di audacia.
     
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  8. Julia_Katina
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    Anche per la figura di Cesare, come spesso mi succede quando incontro tutte quelle figure definite controverse, possiede un certo fascino. C'è da dire che - purtroppo...? - soprattutto a causa delle due serie, l'europea e l'americana, il suo personaggio è diventato un po'... inflazionato? E banalizzato, anche.
    Sinceramente mal sopporto le adulazioni senza controllo su Cesare, soprattutto se non tengono conto dei fatti storici - oggettivi, in una certa maniera - e, peggio ancora, se provengono da persone - ragazze e fanciulline ù.ù - che amano alla follia il personaggio, o almeno così sostengono loro, per via di François Arnaud e Mark Ryder. Non capisco perché sia tanto difficile comprendere che il personaggio fictional - soprattutto quello della serie americana, che ha quasi snaturato Cesare... - è cosa diversa dalla persona storica, realmente esistita.
    E, soprattutto, Cesare - nel bene e nel male - merita considerazione ed analisi ben superiori a "quanto è figooooo" o "my dark Prince" che, ormai, circolano ovunque.
    Personalmente, credo che che parte della leggenda che circondi Cesare sia appunto tale: sarà stato senza dubbio un uomo con una personalità affascinante, nonostante le ombre del suo carattere e le gesta - a volte crudeli - compiute, e di un certo talento, tuttavia ritengo che buona parte della sua breve fortuna sia frutto delle condizioni favorevoli che lo aiutarono, aiuto negato ad altri personaggi del suo - e non solo - tempo: avere come padre un papa, all'epoca vero sovrano fra i sovrani, non è una bazzecola. Fra le altre cose, è assolutamente possibile che molte delle sue capacità siano state un poco esagerate, appunto in virtù del suo status sociale.
    Apprezzo, in questo senso, molto di più uomini come il padre e Giulio II che si fecero veramente da soli, partendo - sorpattutto Giuliano - da un gradino bassissimo della scala sociale.
     
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  9. Fire and blood
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    CITAZIONE
    Personalmente, credo che che parte della leggenda che circondi Cesare sia appunto tale: sarà stato senza dubbio un uomo con una personalità affascinante, nonostante le ombre del suo carattere e le gesta - a volte crudeli - compiute, e di un certo talento, tuttavia ritengo che buona parte della sua breve fortuna sia frutto delle condizioni favorevoli che lo aiutarono, aiuto negato ad altri personaggi del suo - e non solo - tempo: avere come padre un papa, all'epoca vero sovrano fra i sovrani, non è una bazzecola. Fra le altre cose, è assolutamente possibile che molte delle sue capacità siano state un poco esagerate, appunto in virtù del suo status sociale.
    Apprezzo, in questo senso, molto di più uomini come il padre e Giulio II che si fecero veramente da soli, partendo - sorpattutto Giuliano - da un gradino bassissimo della scala sociale.

    Di certo la "virtù" , nel senso machiavelliano del termine lo ha aiutato, ma non bisogna dimenticare, a mio giudizio e magari sbagliato, che la virtù senza capacità non è nulla. Penso che per un giovane , come lo era lui, abbia dimostrato un talento eccezionale per la conoscenza degli umori umani e per la tattica militare, certo avrebbe potuto e dovuto agire diversamente alla morte del padre, ma credo che quando si arriva a certi livelli di potere c'è chi cade rovinosamente nella sua stessa ambizione ed è ciò che ha fatto lui, ma in ugual modo ha fatto anche Giulio II che non è proprio partito dal basso, aveva la benedizione di Sisto IV che non era una bazzecola e poi ha saputo muoversi nel suo elemento politico, ma anche lui non è stato lungimirante durante il suo papato, ma peccato ancor più grave, secondo me, ed è quello che lo unisce a Cesare Borgia, è l'estrema mancanza di adattamento alle situazioni che la politica e la storia richiedevano ( per quanto riguarda Giuliano, mi riferisco al post Lega Santa quando seppur abbiano scacciato i francesi, le altre potenze straniere si sono accaparate le terre di cui lui aveva bisogno per creare il proprio stato ). Giulio II era il papa guerriero, ma non avrebbe saputo piegare le sue caratteristiche , quello che sto cercando di dire è che sia Giulio che Cesare credevano che l'unica linea d'azione che potessero condurre era quella che avevano sempre avuto e che quindi fosse quella vincente e questo è grave per un uomo che cerca il potere assoluto, lo costringe a rinchiudersi nelle sue azioni, ma ha il paraocchi in questo modo, continua a vedere solo il particolare e non l'universale.
     
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  10. Julia_Katina
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    Non mi sento in grado di confrontare così, su due piedi, Cesare e Giuliano. Credo che l'argomento meriterebbe un papiro, lol. E ben studiato! Ma, chissà, un giorno potrei anche cimentarmi in questa folle impresa... ù.ù
    Due grandi figure, comunque. Simili per certi versi, eppure così distanti nei modi e nel destino... Piuttosto, quello che mi sono sempre domandata è stato: come diavolo è accaduto che Cesare, che pure in un momento di grande avversità era sempre Cesare Borgia, abbia potuto cercare l'appoggio di Giuliano? Eppure conosceva quell'uomo da una vita. Non è stato l'unico nemico del padre, no di certo, ma non v'era stato mai buon sangue ed i due erano visti come una sorta di nemici naturali. Possibile che Cesare fosse talmente disperato - eppure suona come una debolezza che non rientra nel suo personaggio - da cercare un simile aiuto? Oppure, forse, era accecato - come hai detto tu - dal sogno del potere? Anche se, a quel punto, credo fosse abbastanza chiaro che - a parte improvvisi capovolgimenti - non sarebbe potuto più diventare re della penisola.
    Oppure, nella sua mente, tutto ciò era la prefazione ad un altro cosiddetto magnifico inganno? Un'idea che, nel caso, probabilmente rasentava la follia. Come poi Giulio II, per l'appunto, ha dimostrato: è stato Cesare la vittima, una volta tanto, non il predatore.
     
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  11. Miss.ChatterBox
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    La politica del Valentino contro quella di oggi. // Modern days' politic vs Cesare's.

    CITAZIONE

    Quando Cesare Borgia capeggiava un governo del presidente (suo padre infatti era il Papa)

    Per capire come si possa svolgere un vertice di maggioranza per decidere un rimpasto governativo (se ne è parlato per qualche giorno, poi la faccenda è stata archiviata per settembre, con consistenti dubbi) ci si può rivolgere al maestro di color che sanno in politica, Nicolò Machiavelli. Non già andando alle pagine del suo opus maximum, il Principe, del quale ricorre proprio quest'anno il mezzo millennio dalla composizione; bensì scorrendo una minore fatica, dal titolo consolidato (ce n'è, però, più di una versione) che parla da sé: Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini.

    Leggendo in chiave contemporanea quei lontani eventi, potremmo asserire che il duca Valentino, ossia Cesare Borgia, capeggiava un governo del presidente, visto che alle spalle aveva nientemeno che il padre, papa Alessandro VI. Era un esecutivo di larghe intese, perché costituito da alcuni fra i maggiori condottieri dell'Italia agli albori del XVI secolo. A dare l'appoggio esterno, ma per lo più tramite semplice astensione, era la potente Repubblica di Venezia, giunta proprio allora all'apice della propria espansione, non solo conquistando amministrazioni locali in terra di Liga Veneta e Lega Lombarda, ma arrivando alla Romagna (ove operava il Borgia) e perfino alle coste pugliesi (oggi rette da Nichi Vendola). Per tenere a bada i recalcitranti alleati, che chiedevano più potere, il Valentino li attirò con la prospettiva di un vertice di maggioranza, per deliberare un rimpasto che avrebbe consentito loro maggiori soddisfazioni.

    I succitati capitani già si erano incontrati, in quel di Magione, vicino a Perugia, insieme con altri esponenti d'arme, per complottare un ribaltone, col dichiarato intento di far cadere il governo del Borgia. Accedettero alla richiesta del Valentino, convinti che non avrebbero avuto danni dal vertice perché, se fosse andato male, avrebbero pur sempre avuto modo di operare in altro momento la loro sfiducia al capo. Si riunirono quindi a Senigallia, ameno luogo con robusto castello, l'ideale per incontri simili, come si vide qualche anno addietro con Romano Prodi (in luogo del Valentino) e il suo stuolo di partiti sostenitori, riuniti nel castello di Gargonza, mentre Enrico Letta riunì i suoi nell'abbazia di Spineto.

    Il Valentino era un tipetto che andava per le spicce. Risolse il vertice azzerando due leader: Vitellozzo e Oliverotto furono strangolati subito. I due Orsini, invece, sopravvissero un paio di settimane, prima di essere parimenti eliminati. Eliminazione fisica, anche nel loro caso, che risolveva in radice ogni dissidio politico. Il tavolo di concertazione durò pochi minuti: giusto il tempo d'insediarsi. Alla faccia delle estenuanti trattative odierne.

    [x]

    Edited by Julia_Katina - 23/8/2013, 15:27
     
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  12. Julia_Katina
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    Oggi, 13 settembre, Cesare Borgia compie 538 anni. Auguri! // Happy 538th birthday to Cesare Borgia!
     
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  13. Julia_Katina
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    Sapevate che Cesare Borgia è stato, nel lontano 1996, pure presente nel gioco horror per Playstation Resident Evil? Si tratta di una riproduzione del presunto dipinto ad opera di Altobello Melone, ora a Carrara. Nel gioco, tuttavia, quando si interagiva col quadro, veniva descritto come un ritratto di donna. // Do you know is there a portrait of Cesare Borgia by Altobello Melone in the the dining room of the mansion of the video game Resident Evil?

    GH5OdEqs Yw4eLaMs

     
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  14. Julia_Katina
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    La cosa divertente, a parte il fatto che venga definito una donna, è che, secoli fa, anche io giocai a questo gioco - veramente provai sola la demo, ma il punto è lo stesso... ùù - e, ovviamente, anche io mi fermai ad osservare il dipinto, non accorgendomi di nulla! XD Ma allora ero fanciulletta, avevo circa quattordici anni, ed ovviamente non conoscevo alcun ritratto di Cesare... X°D
    Se ci ripenso, adesso, mi viene dal ridere. ùù Non sapevo che avevo davanti - per modo di dire, ecco... - agli occhi il ritratto di una personcina che, negli anni a venire, mi avrebbe tanto ossessionato interessato, lol.
     
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  15. Julia_Katina
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    Sto riguardando la serie - di Fontana, of course - e mi è tornata alla mente una domanda, a proposito di Cesare: se, come si dice e pare vero, era realmente più capace - intellettualmente, politicamente e militarmente - di Juan, ed era il figlio maggiore della nidiata di Vannozza, perché il padre lo voleva ostinatamente uomo di Chiesa? Solo per far contento il suo figlio prediletto, ovvero Juan? Sinceramente mi pare una spiegazione troppo fragile...
    Fra l'altro, per tradizione, erano i secondi figli - e gli altri fratelli che li seguivano - ad esser destinati alla carriera ecclesiastica...
     
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31 replies since 14/1/2013, 11:15   3840 views
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